Benvenuti a Caldes!

Si tratta di uno dei comuni più ampi della Val di Sole, con un territorio che abbraccia per intero la bassa valle, composto da ben sette frazioni: Caldes, Samoclevo, Cassana, San Giacomo, Tozzaga, Bordiana e Bozzana. Agricoltura e turismo sono le sue grandi risorse, grazie alle distese di meleti collegati al consorzio Melinda ed a monumenti di valore storico di grande interesse, primi fra tutti Castel Caldes e la Rocca di Samoclevo. Tra le strutture turistico-ricreative di maggior importanza figura senz’altro il complesso delle Contre, proprio in riva al Noce, con campi per tennis, calcio, basket e volley, area per feste campestri, bar, parco per rilassanti giornate sull’erba.

Storia

Una sorgente d’acqua calda, oggi scomparsa, sembra aver dato il nome al paese, ricordato nelle pergamene di primo ‘200 come Caldis o Caldesio. Due cucchiai di bronzo e una moneta d’argento del II secolo d. C. attestano che la località era frequentata in età romana. Dal 1230 al 1880 la storia locale fu segnata dalla presenza della nobiltà feudale dei Cagnò- Caldesio e dei Thunn. Atri nobili vescovili e imperiali (Manfroni, Malanotti, Antonietti e Lorengo) risiedettero qui per molti secoli. Il paese fu coinvolto nelle rivolte contadine del 1525. Tra il 1810 e il 1817 e tra il 1854 e il 1859 Caldes divenne sede di un comune allargato ai villaggi circostanti (Samoclevo, San Giacomo, Cassana, Tozzaga, Bordiana e Bozzana, Cavizzana), situazione confermata nel 1928. Nel 1956 la frazione di Cavizzana si staccò ricostituendosi in comune autonomo.

Arte

Il centro storico, tra i più suggestivi del Trentino, conserva un tessuto urbano dominato dal castello e formato da palazzi nobiliari e da case contadine; da campanili (romanico quello della piazza) e da chiese (parrocchiale ottocentesca, cappella del castello, chiesa cimiteriale di San Rocco), da stradine acciottolate, da portali, da bifore, da sporti angolari. Il campaniletto d’età medievale a doppio ordine di bifore e monofore conserva un lacerto d’affresco quattrocentesco, mentre la chiesa di San Rocco, costruita dopo la peste del 1510, ospita tre splendidi altari lignei con pale seicentesche, realizzate da pittori trentini (Naurizio), veneti (Lugo) e lombardi (Pozzi), la lastra tombale del fondatore (ca 1512), stemmi affrescati sull’arco santo e l’immagine di Giobbe sulla parete della navata sud.

Da non perdere

All’ingresso orientale del paese sorge il castello, confortevole residenza dei dinasti locali più che sede fortificata di guarnigione militare. Il nucleo più antico è costituito dalla torre duecentesca, alta cinque piani, eretta dai signori di Cagnò e rinforzata nel XV secolo da robusti barbacani. Il resto del fabbricato, a pianta quadrata, più basso di un piano e che ingloba l’originaria domus murata fu costruito dai Thunn entro la fine del ‘400 e ampliato entro i primi decenni del XVII secolo con l’inserimento della cinta muraria – oggi sostituita dalle case vicine - e della torretta circolare contenente la scala a chiocciola. Nel ‘500 molte sale furono decorate con pitture murali (fregi, stemmi, storie di santi). Caduto in rovina alla fine del XIX secolo, il complesso subì pesanti manomissioni e trasformazioni. Dal 1981 è di proprietà della Provincia Autonoma di Trento, che lo sta restaurando. Le sale a piano terra ospitano spesso mostre durante il periodo estivo. Accanto al maniero si trova la cappella dedicata alla Vergine Maria: già esistente nel 1585, fu decorata con un nuovo ciclo di pitture murali verso il 1629 dal pittore Elia Naurizio

Testo: www.valdisole.net

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