Serraronda Giro delle 12 frazioni

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Dati percorsi
79,6km
310 - 835m
Distanz
2.479hm
2.419hm
L'ascesa
07:26h
 
Durata
Descrizione rapida

SERRARONDA, GIRO DELLE 12 FRAZIONI
Che sia a piedi, in mountain bike, e-bike, a cavallo, si andranno a toccare le 12 splendide frazioni di Serramazzoni, il Balcone sulla Valle Padana, territorio unico per l'attività sportivo motoria Plein Air !!!

Difficoltà
difficile
Valutazione
Tecnica
Forma fisica
Panorama
Avventura / Esperienza
Punto di partenza

Faeto Cimitero o in una qualsiasi delle 12 frazioni

Percorso
Faeto
Casone
1,8 km
Mulino del Berto
2,7 km
Varana Campodolio
3,6 km
Madonna della Ghiara
3,7 km
Varana Sassi
4,4 km
Braidella
10,1 km
Molino della Rocca
11,3 km
Rocca Santa Maria
13,0 km
Locanda Iolanda
14,4 km
Montardone
14,6 km
Tagliatino
16,3 km
Santo Stefano
18,5 km
Osteria Monte Tagliato
20,6 km
Palastra
21,0 km
La Croce
21,2 km
La Noce
21,8 km
Pezzuolo
21,8 km
Montagnana
22,6 km
Osteria del Simposio
24,2 km
Locanda Iolanda
24,3 km
Montardone
24,3 km
Agriturismo Lorena
25,6 km
Le Costaglie
26,0 km
Capersecco
29,1 km
Ristorante Balugola
29,2 km
Valle
29,5 km
Trattoria Valle
29,5 km
San Michele
29,5 km
Corniola
30,6 km
Pazzano di sopra
30,8 km
Pradello
34,5 km
Olmazzo
36,6 km
Piazza
39,3 km
Minirotto
39,8 km
Farneta di Riccò
40,5 km
Seggiola
45,9 km
Guardarola
47,2 km
Crocetta
48,4 km
La Locanda di San Dalmazio
48,5 km
Pie' dei Monti
49,0 km
San Dalmazio
49,1 km
Cà Alfieri
51,3 km
Case di Sotto
54,8 km
Santi Faustino e Giovita
55,0 km
Monfestino
55,1 km
Case Grassoni
57,8 km
La Monta
62,5 km
Il Piccolo
62,6 km
Ca' Bonera
63,3 km
Selva
65,0 km
Amareto
65,9 km
Pompeano
68,5 km
Oratorio di Roncovecchio
71,0 km
Riva
72,2 km
Casina
73,4 km
San Pellegrinetto
74,6 km
Case Manfredini
76,7 km
Faeto
79,4 km


La stagione migliore
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
Descrizione

CARATTERISTICHE
Con tale opera, si sono uniti i vari percorsi e collegamenti esistenti in modo circolare per un totale di circa 80 chilometri – il giro completo toccherà le 12 frazioni del comune di Serramazzoni e lo si potrà effettuare in senso orario (frecce di colore arancio e segno arancio/bianco) ed in senso antiorario (frecce di colore nero e segno nero/bianco) – lo stesso sarà indicato sia nella bacheca centrale che nelle cartine topografiche – i biker o trekker potranno effettuare il giro completo in diversi giorni, eventualmente accompagnati dalle guide e dagli istruttori; sostare negli Esercizi Convenzionati ed effettuare la ricarica delle E-bike, gustare prodotti tipici, visitare caseifici, birrifici, acetaie ed altri luoghi di interesse architettonico, culturale, naturalistico.

SERRAMAZZONI IL BALCONE SULLA VALLE PADANA E LE SUE SPLENDIDE FRAZIONI
Serramazzoni è un paese che per la vicinanza alle città della pianura, per l’altitudine (m. 791 s.l.m.), per il verde e per la posizione panoramica ha avuto nel corso del tempo una notevole crescita.
Al villeggiante, al turista e allo sportivo inoltre, percorrendo a piedi, in mountain bike o a cavallo, una sentieristica debitamente segnalata, che attraverso boschi e campagne verdi si estende su tutto il territorio comunale, è offerta l’opportunità di raggiungere località interessanti sotto il profilo storico-ambientale ed eno-gastronomico. Tutto questo, in uno scenario unico, da dove lo sguardo può spaziare sulla catena appenninica dal Corno alla Scale nel bolognese, al Cimone, al Cusna nel reggiano e a Nord, sui bianchi ghiacciai della catena alpina.
Possiamo affermare, senza presunzione che proprio per queste caratteristiche, Serra si connota a pieno diritto come uno dei paesi di riferimento per l’attività e la vacanza Plain Air.

ITINERARI TURISTICI

FAETO A quattro chilometri dal Capoluogo, al termine di una strada che sale sino a m.869 s.m., si trova Faeto. Questa località, al di fuori del traffico caotico odierno, circondata da querce secolari e da boschi e castagneti, offre ai turisti un panorama ineguagliabile.
Una tradizione popolare vuole che alcune famiglie del ferrarese nel Sec. XV salite sul monte Faggeto, lì si fermassero, facendone la loro abituale dimora, ricavando sostentamento dalle castagne e dalla vendita di carbone fatto con la legna dei vasti boschi circostanti. Nel borgo, alcune delle antiche case, un tempo con i tetti di lastre di ardesia, presentano portali del XVI sec.
Proseguendo poi per circa un chilometro, lungo una pianeggiante e verde stradina si giunge al parco del Paradiso dove oltre alle piante di castagno, di cerro, carpino, di maggiociondolo e betulle, esistono alcuni esemplari di faggio e di pino silvestre.

LIGORZANO A Ligorzano, che dista due chilometri dal Capoluogo si possono vedere: la torre della Bastiglia, antica fortificazione costruita in appoggio al Castello di Monfestino e poco distante il nuovo stadio di calcio, inaugurato nel 1985. Più in basso, lungo la Via Giardini, si può bere l’acqua freschissima della conosciutissima Fontanina, meta ambita di ogni ciclista.
A Nord di Serramazzoni e precisamente nel grande bosco che dall’Hotel Pineta degrada sul versante che guarda Campodolio nasce il Rio delle Borre. Il corso d’acqua nel suo percorso verso valle, forma numerose cascate che sono raggiungibili o inoltrandosi nel bosco o percorrendo la strada che da Casa Bartolacelli congiunge la Via Giardini a Varana. Lasciata l’auto o la bici trecento metri oltre l’abitato di Casella Nuvola e risalendo lungo il corso del Rio, di non facile penetrazione per l’intrigante vegetazione e per la mancanza di un sentiero, è possibile ammirare importanti cascate d’acqua.

CAMPODOLIO – VARANA SASSI Due sono i toponimi che identificano questa frazione: Varana, ora detta Varana Sassi, e Campodolio. Le due località, poste ad un chilometro circa l’una dall’altra, distano 10 chilometri dal Capoluogo e circa 15 da Sassuolo.
Due sono anche le chiese: quella di Varana Sassi, risalente al Sec. XIV, è dedicata ai Santi Pietro e Paolo; quella di Campodolio, costruita negli anni 1861 – 1880, è dedicata alla Madonna della Ghiara o delle Grazie. Questa chiesa ha al suo interno, affissi in alcune bacheche in legno, una cinquantina di ex voto, ossia tavolette in legno o lamiera offerte a ringraziamento da fedeli che avevano ricevuto grazie da quella Madonna miracolosa.
Il luogo più antico della Frazione è Varana Sassi. Il Sasso è di origine vulcanica sottomarina: è un’ofiolite serpentina. Sul Sasso più grande, un tempo, sorgeva una fortificazione con torre; ora funge da palestra per gli amanti dell’arrampicata. A Varana Sassi, per merito del locale Gruppo Naturalistico “L’Ofiolite di Varana”, è stato creato un orto botanico, all’interno del quale, con l’aiuto di esperti, è possibile conoscere le più importanti erbe velenose ed officinali di questa parte dell’Appennino.
Da Campodolio, tra i verdi boschi e i castagneti che ricoprono il versante Nord di Faeto, è possibile
percorrere a piedi un tratto dell’originale selciato della Via Vandelli, realizzata dal Duca di Modena nel 1749: la strada partiva da Sassuolo, saliva a Campodolio e per i boschi della Carbonara raggiungeva il crinale ora detto Serramazzoni, per andarsi a congiungere con il tratto principale che da Modena saliva lungo la Val Tiepido, passava per Riccò e S. Dalmazio, per poi proseguire verso S. Pellegrino e Massa Carrara 4.

ROCCA S. MARIA. Su una roccia calcarea, in posizione dominante rispetto alla sottostante pianura, è
possibile ammirare una delle più belle ed antiche Pievi della montagna modenese: Rocca S. Maria.
Questo sacro edificio, costruito in pietra arenaria del luogo, presenta al suo interno ampi ed
imponenti archi a tutto sesto che poggiano su quattro colonne e quattro semi colonne basse e rotonde. I relativi capitelli, dall’intaglio vigoroso, sono diversi per forma e composizione. La sua edificazione è ascrivibile tra l’ottavo e la metà del nono secolo.
All’esterno della Pieve è posta una campana con lo stemma gentilizio dei Da Savignano: porta la data 1370 ed è la terza campana più antica della Provincia di Modena.
Di Rocca S. Maria, un tempo chiamata Castel Catoniano, si hanno notizie da quando il vescovo di Modena Viberto nel 1038 la cedette a Bonifacio III di Toscana padre di Matilde di Canossa. A circa un chilometro da Rocca S. Maria, uno scosceso sentiero conduce al Sasso delle Streghe: all’interno di un bosco di roverelle si erge un monolito di calcare contenente fossili marini; a trecento metri più a valle, verso i primi calanchi, una parete rocciosa racchiude centinaia di altre grosse bivalve fossili.
Sempre nelle vicinanze di Rocca S. Maria partendo dalla Via Giardini (Montardone) ed inoltrandosi per una ripida strada, dopo circa un chilometro, si arriva alla Salsa della Cintora. La Salsa è un cono dell’altezza di circa un metro, formato dalla fuoriuscita di acqua salata, gas metano e fanghiglia d’argilla.

MONTAGNANA La frazione di Montagnana è posta sulla Via Giardini a dieci chilometri dal Capoluogo e a sette da Maranello. La chiesa, dedicata all’apostolo S. Andrea, fu costruita nel 1883 dall’ Ing. Antonio Randelli. Al suo interno sino al 2001, vi era la campana più antica della Provincia di Modena (è stata ceduta per il tempo limitato alla durata della mostra degli arredi sacri che si tiene presso l’Abbazia di Nonantola). In essa è scritto: “Anno del Signore 1262”.
Poco distante, percorrendo la via Giardini in direzione della pianura, è possibile visitare la Chiesetta della Resistenza la quale fu costruita nel 1965 per ricordare il contributo degli abitanti della montagna modenese alla lotta partigiana sostenuta negli anni 1943-45.

VALLE A sei chilometri dal Capoluogo e a tre dalla Nuova Estense, in una verdeggiante conca, è posta Valle. Il borgo, in fase di completa ristrutturazione, presenta importanti fabbricati databili al XVI Sec.
La chiesa, dedicata a S. Michele Arcangelo, caduta in rovina nei primi anni dell’800, fu ricostruita nel 1868 su progetto dell’Ing. Antonio Vandelli. La prima chiesa consisteva in un oratorio posto nella casa torre di Cà Persecco, ora magnificamente ristrutturata e in parte adibita a ristorante. Al centro del borgo, l’importante torre risalente al 1670 ha al suo interno una sala con esposte una quarantina di foto storiche ed una teca con fossili del circostante territorio.

PAZZANO Pazzano dista sei chilometri dal Capoluogo e tre dalla Nuova Estense. In questi ultimi anni, la vicinanza all’ importante strada di scorrimento Nuova Estense ha portato a questa tranquilla località una notevole espansione abitativa.
A Pazzano di sotto, è posto l’oratorio dedicato a S. Rocco, edificato da coloro che si salvarono dalla peste del 1630. Pazzano, che è posta al centro della Val Tiepido, con le sue suggestive casine bianche attorniate dai tanti colori della natura, seppe negli anni 1940 – 1960, dare ispirazione al poeta e scrittore Guido Cavani di Modena che qui era solito soggiornare e che di questi luoghi scrisse nel romanzo Zebio Cotal.

GRANAROLO Lungo la strada che da Pazzano porta alla Nuova Estense, a circa 7 chilometri dal Capoluogo, si possono ammirare: la casa torre di Valledana e più avanti Cà Poggiolo, edificio questo a corte chiusa risalente al sec. XVII che presenta pitture e portali di pregevole fattura. Salendo per circa un chilometro lungo una stradina si arriva a Granarolo la cui chiesina, risalente al XVI secolo, è
dedicata S. Urbano papa; da qui, lasciata l’auto, è possibile inoltrarsi in uno dei più pregevoli
ambienti naturali del nostro Appennino conosciuto come “Le cascate di Bucamante”. Il luogo è di particolare bellezza, meta ideale per passeggiate e brevi escursioni ecologiche alla portata di tutti.
Nel punto più infossato e fitto dalla vegetazione, si trovano “le cascate” ovvero alcuni salti d’acqua di media entità.

RICCÒ Riccò, anticamente chiamata Farneta, dista dieci chilometri dal Capoluogo ed è posta sulla strada provinciale Serramazzoni – Puianello. Una quattrocentesca torre quadra ricorda il luogo in cui si trovava la fortificazione della Famiglia Balugola feudataria del Vescovo di Modena, la cui giurisdizione territoriale corrispondeva circa all’estensione dell’attuale Comune di Serramazzoni. La chiesa, dedicata a S. Lorenzo, fu costruita nel 1859, ampliando un oratorio già esistente.

SAN DALMAZIO S. Dalmazio è posta sulla strada provinciale Serramazzoni – Marano e dista 7 chilometri dal Capoluogo. Nel centro della località, la casa torre Gentilini, a testimonianza della sua vetustà, porta scolpita su un sasso la data 1474. Sotto il voltone di questa torre passava la Via Vandelli (1739-1741) che provenendo da Modena conduceva a Massa Carrara. Sempre a S. Dalmazio, lungo la stradina che porta all’antico castello, è posto un tempietto dedicato alla Madonna fatto costruire nel 1683 dal Capitano Lodovico Gentilini.
La chiesa, dedicata a S. Dalmazio Vescovo e martire, ha subito nel tempo importanti modifiche e ristrutturazioni, l’ultima delle quali è avvenuta negli anni ’80. Nella piazza, un piccolo monumento ricorda i caduti di tutte le guerre e gli emigranti di San Dalmazio morti nel 1913 nella miniera di Dawson dello Stato dell’Illinois in U.S.A.

MONFESTINO A quattro chilometri dal Capoluogo, percorrendo una strada panoramica, si arriva a Monfestino. Elevata a Podesteria nel 1375, Monfestino con tutto il suo territorio detto della “Balugola,” a partire dal1409 e sino all’arrivo delle armate napoleoniche nel 1796 dipese, sotto le signorie dei Contrari e dei Boncompagni, dal Feudo di Vignola. Nel 1797 la Podesteria venne e il suo territorio fu diviso ed aggiunto a più realtà storiche. A partire dal 1860 alcune delle località della Podesteria furono riunite per formare il Comune di Monfestino in Serramazzoni (l’attuale Comune di Serramazzoni).
La Rocca acquistata nel 1901 e ristrutturata nella sua architettura originale dal comm. Fermo Corni si presenta splendidamente conservata grazie agli eredi: se ne possono ammirare le rotonde torri e le possenti mura, e si ha l’opportunità di spaziare con lo sguardo dalle più alte vette dell’Appennino ai bianchi ghiacciai delle Alpi. Nel buio della notte poi, come da un balcone, si può osservare la sottostante pianura illuminata da una miriade di luci.
Monfestino conserva alcune antiche case; all’interno di una di queste, vi è un portale di pregevole fattura, opera di Mastro Antonio d’Ambrosino famoso artista del sec. XVI. Nella chiesina, che risale al 1304, è affisso un quadro, del Sec. XVII, raffigurante S. Giovita che ha sullo sfondo il borgo ed il castello di Monfestino.

SELVA Percorrendo la Via Giardini che porta a Pavullo, a quattro chilometri dal Capoluogo si devia a destra e lungo una pianeggiante strada si giunge a Selva.
Nei documenti del Sec. XII Selva viene indicata come Silva de Ula o de Virola. Il territorio, ricoperto completamente da boschi, fu donato nel 1131 dal Vescovo di Modena Dodone ai frati del monastero di S. Pietro di Modena affinchè lì costruissero un monastero. L’attuale chiesa, dedicata alla natività di Maria SS., fu portata a termine dall’Ing Antonio Vandelli nel Novembre del 1870. Proseguendo per una stradina asfaltata, in breve si giunge all’oratorio detto Madonna di Zanoli. La chiesetta che è stata costruita nel 1673 e restaurata nell’anno 2000, si trova in un luogo particolarmente panoramico.

POMPEANO E IL CASTELLO SUL “SASSO” Lasciata a destra, a tre chilometri dal Capoluogo, la Via Giardini per Pavullo, dopo sette chilometri si giunge a Pompeano. Il borgo è posto alla base di una nera roccia sulla quale si ergono un castello risalente alla metà del X secolo ed una chiesa. Il castello è raggiungibile solo salendo una scalinata all’esterno delle mura. All’interno della cinta muraria sono poste un’antica torre quadrata; il palazzetto (non accessibile), il campanile terminato nel 1886; ed infine la “risorta” chiesa dedicata a S.Geminiano: l’edificio sacro, negli anni dal 1885 al 1900 fu allungato ed alzato nella parte dell’abside: ma per la morte del parroco i lavori rimasero incompiuti e così rimasero sino agli anni ’60 quando fu chiusa al culto. Nel 1986 grazie a tecnici, maestranze del posto e con l’aiuto finanziario di Enti pubblici e privati, in soli tre anni i lavori di restauro e di copertura della chiesa e della canonica furono portati a termine.
Il Sasso su cui si erge il castello, di colore verde scuro, tanto da sembrare quasi nero (ferro e magnesio), è una serpentina di origine vulcanica sottomarina (ofiolite) ed è attraversata al suo interno da una fenditura o faglia che ha dato origine ad una grotta della lunghezza di circa trenta metri. La grotta, dopo un ingresso assai angusto, diviene più percorribile: l’altezza è di circa 4 o 5 metri e la larghezza di circa 3. Lungo il ripido e scivoloso percorso, si possono ammirare esemplari di geotritoni; sul fondo si trova un laghetto la cui profondità in determinati momenti dell’anno è di circa 20 metri.

CASCATE DEL BUCAMANTE
Il corso del torrente Rio Bucamante si forma nella gola fra il monte di Monfestino a Ovest e il monte Cornazzano ad est.
Il terreno calcareo porta a depositare lungo il corso del torrente Carbonato di Calcio che col tempo forma un particolare tipo di roccia chiamata Travertino, infatti si notano segni evidenti dell'esistenza di una cava di estrazione.
Nelle 4 cascate più grandi e nelle cascatelle si formano stalattiti alcune anche ben evidenti, inoltre sono evidenti alcuni manufatti che riportano alla presenza del Vecchio Acquedotto che riforniva il borgo di Ricco Vecchio anticamente Ricovium perchè ricovero per i viandanti in viaggio verso Roma. Il suo Habitat è un prezioso Eco-Sistema che và rispettato, curato e salvaguardato; costituito da ALBERI quali Cerro / Quercia / Salice / Corniolo / Frassino / Carpino / Robiola / alcuni Nespoli e Sorboli, ARBUSTI come Biancospino / Rosa Canina / Viburno / Ginestra / Vitalba / Sambuco / Prugnolo, ESSENZE FLOREALI quali Peonia / Anemone dei Boschi / Felci / Giglio Martagone / Crochi / Genziana / vari Muschi ed inoltre FAUNA VARIA tra cui Gambero di Fiume / Raganella / Rospo Comune / Ramarro / Lucertola / Riccio / Faina / Istrice / Capriolo / Toporagno / Upopa / Cinciarella / Cinciallegra / Cornacchia / Falco / Ghiandaia / Merlo / Pettirosso / Gufo / Picchio Rosso / Picchio Verde / Allocco / Gufo / Pettirosso / Codibugnolo...
La Cascata più grande prende il nome Bucamante, pare dalla leggenda del Buco degli Amanti (BUSAMANTE) ispirata a TITIRO E ODINA. Si narra infatti che nel Medioevo, i signori di Monfestino Guidobaldo ed Elvira, avessero una bellissima figlia, Odina, la quale insieme alla sua dama di compagnia, faceva spesso passeggiate nel bosco sottostante: le piacevano voci del bosco e delle acque. Un giorno, mentre la dama sua amica si riposava, Odina scese più in basso verso il torrente, dove pascolava un gregge di pecore, guidato da un'incantevole pastorello: Titiro. Gli sguardi si incontrarono e....si innamorarono. Si rividero spesso ma .... ben presto li scoprirono. Rinchiusero Odina nella torre del Castello, però la stessa riuscì a fuggire per ritrovarsi con Titiro. L'allarme venne dato e li cercarono. I due innamorati si sentirono perduti: il latrato dei cani, lo scalpitio dei cavalli sempre più vicino, li fecero andare verso la grande cascata e qui...purtroppo, si abbracciarono stretti, gettandosi dall'alto, tra quelle acque scroscianti. Il loro peso formò una buca sotto la cascata...da qui "BUCA DEGLI AMANTI", appunto BUCAMANTE.
Ancora oggi, al Rio Bucamante, si percepisce la forza e la magia del loro amore: gli spiriti felici..di Odina e Titiro, ci accompagnano, aleggiando fra le acque.!!!!

Punto più alto
Faeto (835 m)

Servizi

L'ATTREZZATURA DEVE ESSERE ADEGUATA: casco obbligatorio per i bikers, consigliati i bastoncini per i trekkers, calzatura buona, zaino e K-way impermeabile, una felpa calda, cibo e bevande a sufficienza, piccolo kit di pronto soccorso, kit di riparazione per i bikers, mappe e un telefono cellulare.

Informazioni sulla sicurezza

REGOLE DEL BUON ESCURSIONISTA
1 Informiamoci sulla difficoltà dei percorsi, scegliamo sempre l’escursione adatta alla nostra preparazione fisica e tecnica. Se in gruppo, il ritmo deve essere adattato al membro più debole. Facciamo sempre piccole pause.
2 Lasciamo sempre detto il tragitto dell’escursione (a conoscenti, amici, noleggi, uffici info etc… dei quali memorizziamo cellulare); inoltre facciamo sempre presente se tra noi ci sono escursionisti con problemi di salute o che assumano farmaci specifici.
3 In caso di emergenza, manteniamo la calma. Chiamiamo aiuto con il cellulare o chiamando a voce, non lasciamo soli eventuali feriti. NUMERO EMERGENZA SOCCORSO 118.
4 Seguiamo solo i Percorsi già esistenti e segnati, non passiamo nei prati, nei boschi e nei pascoli!
5 Prendiamo con noi i nostri rifiuti e mettiamoli negli appositi contenitori, proteggiamo e rispettiamo la natura (evitiamo schiamazzi, non raccogliamo fiori, sassi, “souvenir”).
6 Se in Bici, diamo sempre la precedenza ai pedoni e a chi passeggia, andiamo sempre ad una velocità adeguata, facciamo attenzione alle macchine operatrici utilizzate dagli agricoltori.
7 Salutiamo! Stiamo sereni! Siamo fuori per divertirci e praticare una sana attività sportiva! Questo contribuisce a limitare i conflitti.
8 Nella notte, nel crepuscolo e nella nebbia è necessario che abbiamo sempre la luce accesa (per i bikers sia) davanti che dietro, in modo da farci vedere.

Consigli

Esercizi Convenzionati - Ristoro, Merende, Degustazioni - Ricarica E-Bike:
RISTORANTE BAR LOCANDA IOLANDA, loc. Montardone, 3281240404
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-AGRITURISMO CASELLA, fraz. Selva, 0536955067
-RISTORANTE PIZZERIA SELVA NUOVA, fraz. Selva, 0536959723
-RISTORANTE PIZZERIA LA BAITA, loc. Fondaccia, 0536950783
-RISTORANTE PIZZERIA BAR KATIA, San Pellegrinetto, 0536894521
-SANT’ANNA AGRITURISMO SUL LAGO, San Pelligrenetto, 3290933887
-VILLA FERRARI, pernottamento, Varana, 3288220889
-RISTORANTE LA FONTANINA, fraz. Ligorzano, 0536950261
-B & B S.NICOLA, loc. Cadignano, 3206039614
-BAR RISTORANTE LA STELLA DEL GUSTO, loc. Stella, 0536954670
-B & B LA BORRA, via Piave, Serramazzoni, 05361946295
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Informazioni

PER TUTTE LE INFO: E-bike e Trekking Serramazzoni (pagina Facebook) via Val di Sasso 34, cap. 41028 Serramazzoni, responsabili Stefano 3393700227 - Davide 3805427550 - Filippo 3423945274


Fonte
Stefano Mesini

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