Bezzecca, situata nel cuore della Valle, è senza dubbio il paese più conosciuto, avendo legato il suo nome alla storica battaglia del 1866 combattuta tra Garibaldini e Austriaci.

L'origine latina del nome deriva da "bis secta" cioè tagliata in due, alludendo all'assetto del paese, diviso infatti dal torrente Assat in due contrade, rispettivamente "Villa" a destra e "Lutta" a sinistra.

Bezzecca è senza dubbio il paese più conosciuto nella valle di Ledro; il suo nome, infatti, si lega inevitabilmente all'immaginario nazionale, essendo stata teatro della storica battaglia tra Garibaldini e Austriaci il 21 luglio del 1866, durante la terza guerra d'indipendenza, e luogo in cui Garibaldi pronunciò il suo celebre "Obbedisco", in risposta all'ordine reale di Vittorio Emanuele II di abbandonare il Trentino. La memoria di questi eventi è tuttora molto vivida, tanto che tutto il paese conserva nei nomi di strade, piazze ed edifici, oltre che nei segni dei bombardamenti ancora visibili sui muri di alcune abitazioni, l'eco degli scontri avvenuti quel giorno e la memoria dei personaggi che ne furono protagonisti.

Durante la prima guerra mondiale, Bezzecca tornò nuovamente ad essere un importante punto strategico e militare nella guerra tra l'artiglieria italiana e l'esercito asburgico. Proprio in questo periodo, caratterizzato dalla guerra in trincea, furono scavati i camminamenti e le gallerie sul colle di Santo Stefano, che rappresentano importanti testimonianze visibili ancora oggi. Così su tale colle i ricordi legati alla battaglia del 1866 si affiancano a quelli della prima guerra mondiale, facendone un vero e proprio luogo della memoria.
Nel centro del paese, nei pressi della Biblioteca intitolata al garibaldino Felice Bisleri (Gerolanuova, 30 novembre 1851- San Pellegrino Terme, 1921), il quale fu decorato della medaglia d'argento al valor militare per essersi distinto in combattimento nella battaglia di Bezzecca del 21 luglio 1866, è possibile visitare il piccolo Museo garibaldino, dove sono raccolti e custoditi i cimeli della battaglia del 1866 e della prima guerra mondiale.

Fino al 1860, la comunità fu servita dall'antica chiesetta curiale eretta sul colle santo Stefano, dedicata ai santi Stefano e Lorenzo e di cui abbiamo notizie a partire dalla visita pastorale del 1537.
In piazza Garibaldi, si erge l'attuale chiesa parrocchiale, anch'essa dedicata ai Santi Stefano e Lorenzo, che fu costruita nel XIX secolo per sostituire nelle funzioni quella del colle che risultava troppo piccola. L'opera più pregevole della chiesa sono senza dubbio gli stalli corali in noce con ventitrè medaglioni in legno ad alto rilievo, i quali illustrano scene del Vecchio e del Nuovo Testamento. Gli stalli furono realizzati dall'intagliatore di Lenzumo Isidoro Segalla, il quale impiegò dieci anni per portare a compimento il lavoro.

Usciti dal paese e proseguendo verso Tiarno, lungo la vecchia strada che anticamente univa i due paesi, si incontra sulla sinistra una deviazione che porta alla piccola chiesa di Santa Lucia "in pratis", la quale risale alla prima metà del XIV secolo ed i cui affreschi, di notevole pregio artistico, sono stati scoperti durante i lavori di restauro del 1998. La chiesa è una costruzione di origine gotica, ad aula rettangolare e a tre campate.

Testo: www.vallediledro.com

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